I CIGNI DI NEPRJADVA
A GLORIA DEL POPOLO RUSSO, VINCITORE DELLA BATTAGLIA DI KULIKOVO
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- Perché sei andato nell’Orda?
- Cerca di capire, figliolo, che abbiamo così comprato la pace per Mosca. I nostri avi, Alessandro del Neva, Ivan Kalita, e anche Simeone il Fiero, tutti andarono nell’Orda, affinché la Rus si potesse rafforzare e crescere in pace. L’odioso giogo non è eterno! Il giorno è vicino... Guarda! Il sole!
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- Il principe Demetrio di Mosca, tuo tributario, ha sbaragliato il tuo esercito sul fiume Voža! Mursa Begič è morto!
- Cani! Tacciono, facendo finta di obbedire, ma appena ti distrai, ti tagliano la gola! Bisogna spaccare le loro teste di cani! Mimmaccio, ti porterò al mercato ai ceppi! Ehi voi, divoratori di carogne! Assassini notturni! Venite con me verso Mosca! Tutti quanti!
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- Vengo da te, Padre.
- E io ti incontro.
- Sai già tutto.
- Come non saperlo! Anche se viviamo nel eremo, non rifuggiamo gli affari materiali.
- Non hai paura di star solo nel bosco?
- E cosa potrebbero rubarmi? A parte la fede, non possiedo nulla.
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- Grazie ai nostri sforzi la discordia tra i principi è cessata.
- Come vi chiamate?
- Mio fratello Oslyabja, e io Peresvet.
- Non Oslyabja e Peresvet, ma Rodion e Alessandro!
- Mamaj ha messo insieme un grande esercito. Si sta già avvicinando al Don. Benedici la battaglia, Padre!
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- Ecco la tua forza, principe! In hoc vinces!
- Grazie, Padre! Mi hai rinforzato lo spirito.
- Amici miei! I nostri ospiti non invitati si avvicinano. Berremo dalla stessa coppa. E’ un nostro desiderio. Con la spada alla cintura, andiamo a soffrire per l'intera terra russa. Le corone di martire attendono coloro che cadranno sul campo di battaglia. Ma l’audacia ed il coraggio sono forti e incrollabili! Possano le nostre gesta restare per sempre nella memoria dei nostri nipoti e pronipoti.
- Vanja!
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- Ecco il campo di Kulikovo!
- Fate piano!
- Principe, voglio ascoltare terra stanotte.
- La terra piange in due. E come una vecchia madre che lamenta sul corpo de' suoi figli nella lingua degli infedeli, e come una fanciulla russa, che piange sottilmente come lo flauto. Ah, alto sarà il prezzo della vittoria… Ma non dirlo a nessuno, Principe.
- Qui dispiegherò il reggimento dell'ala destra, con Andrea di Polock.
- È una buona posizione. I Tartari, come al solito, circonderanno da due lati, ma non riusciranno a guidare i cavalli attraverso la foresta.
- Il reggimento centrale lo terrò per me.
- Bene.
- Metterò gli uomini dei principi di Beloozero sull’ala sinistra, e tu Bobrok, insieme al principe Vladimir, resterai in agguato alle loro spalle. Sei un bravo generale, e qui sarai il più utile.
- Là dove vanno gli occhi del principe, là vanno le nostre spade.
- Tu e il reggimento di agguato resterete in attesa. Potreste dover attendere a lungo. E tu attenderai.
- Bene.
- Vedi qualcosa?
- L’alba.
- Buon segno, l’alba.
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- Il principe di Mosca ha passato il Don, con il suo esercito!
- Cane! Cane!
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- Permettete, Principe?
- Vai con Dio!
- Fa male mamma...
- E tu dormi, tesoro, dormi…
- Cosa vedi?
- Andrea di Polock incalza i pagani!
- Chi sei, buon uomo?
- Sono un fabbro, sono di Rjazan.
- Come ti chiami?
- Egor!
- Non è l’ora? Non è l’ora, Generale?
- È ora, non possiamo aspettare ancora!
- No!
- Aspettiamo ancora un po'.
- Va tutto male! Sono già arrivati al Neprjadva!
- È ora! Avanti, fratelli!
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Gloria a Demetrio, eroe del Don, gloria, gloria, gloria al lui! Gloria, gloria! Gloria al popolo russo vincitore, gloria, gloria! Gloria, gloria!
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E ci fu questa battaglia nel giorno ottavo del settembre dell’anno 6888 dalla creazione del mondo. E, secondo il nostro calendario, il sedicesimo settembre del 1380.
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FINE